Il mentoring come inno alla vita
Richard è un professore di letteratura inglese. Un giorno scopre di avere un cancro ai polmoni in stato avanzato, con sei mesi o poco più ancora da vivere. A questa improvvisa e disarmante nuova realtà reagisce decidendo di rinunciare a tutte le apparenze e le convenzioni di questo mondo per vivere appieno quanto ancora gli resta.
Questo suo nuovo modus vivendi verrà fuori, inevitabilmente, anche nel college in cui insegna. Sulla scia del professor Keating de “L’attimo fuggente” e del suo “Carpe diem”, Richard si fa promotore di un nuovo modello di istituzione scolastica, di una nuova idea di insegnamento e di relazione educativa. Intenzionato a liberare i suoi allievi dalla schiavitù delle convenzioni, li spinge a farsi sentire, a farsi spazio in questo mondo; gli trasmette l’importanza di uscire fuori, attraverso il cambiamento, dalla propria tranquilla ma limitante zona di comfort.
La classica figura del docente, che impartisce le sue lezioni ex cathedra, lascia gradualmente il posto al “maestro di vita” che si fa fautore e partecipe di una nuova concezione del rapporto diadico docente-discente, una “relazione di cura” che investe la sfera della crescita cognitiva tanto quanto quella emotiva e socio-affettiva. Col tempo, Richard diventa per i suoi alunni maestro e mentore che, forte della sua esperienza e con guida discreta e mai impositiva, offre consiglio, sostegno e motivazione.
In questa scena, tratta dal film di cui è protagonista, “Arrivederci professore”, disteso sul tappeto, da lì rivolge ai suoi studenti il suo discorso alla fine del trimestre. Più che “alcune profonde parole di saggezza”, gli regala una forte e importante lezione di vita.
“Il mondo ha bisogno di persone come voi, (…) brama e vi aspetta! Abbracciate questa responsabilità e cavalcatela. Andate là fuori, guadagnatevi da vivere e restituite agli altri. Non sarà facile, non lo sarà mai (…) ma dovete continuare a tenere duro!”
È raro incontrare insegnanti che, oltre alla pedissequa e rigorosa trasmissione dei contenuti, sappiano infondere nei propri alunni fiducia in se stessi, senso di responsabilità verso se stessi, il prossimo e il mondo, e di riconoscimento e gratitudine per le risorse e i talenti di cui disponiamo e che è nostro dovere imparare a valorizzare.
“Non lasciate che la vostra intelligenza vada sprecata (…) non lasciate che vi sfugga neanche un momento, afferratelo, portatelo a voi e fatelo vostro!”
Il mentor è il caporeparto che insegna i trucchi del mestiere al nuovo arrivato, il saggio maestro col giovane discepolo, l’imprenditore con la nuova promettente risorsa entrata in azienda. Non è solo insegnamento di nozioni teoriche nei banchi o durante un percorso di stage, il mentoring è una relazione preziosa che abbiamo sperimentato tutti almeno una volta nella vita, forse inconsapevolmente, in un’esperienza di lavoro, magari all’inizio del nostro percorso professionale o durante un percorso di apprendimento.
È un metodo di formazione, oggi molto usato nelle aziende, che si basa su un rapporto “relazionale” tra il mentor e il mentee. Il primo è una persona con più esperienza che, in qualità di guida, sostegno e promotore del cambiamento, si mette a disposizione dei suoi allievi, privi o con meno esperienza, col fine di far sviluppare loro competenze trasversali in ambito professionale e sociale.
Richard non vuole solo condividere il suo sapere, ma punta sullo sviluppo dei suoi ragazzi. Anche se gli obiettivi specifici di apprendimento devono sempre essere utilizzati come base per la creazione del rapporto, in questo caso la relazione educativa insegnante-alunno, il suo scopo va oltre, per includere aspetti quali la fiducia in se stessi, la percezione di sé e del proprio valore. Inoltre si impegna a lavorare sulle loro convinzioni limitanti, per insegnargli ad allineare i propri obiettivi con i propri valori interiori:
“Io vi supplico, non arrendetevi mai alla mediocrità, come il 98% del mondo, perché è certo che farete a voi stessi e al mondo un grave torto!”
All’interno delle aziende il mentoring costituisce un interessante strumento di formazione che non si limita soltanto ad ampliare le conoscenze del mentee. Non solo strumento di formazione tecnica che mira al raggiungimento degli obiettivi aziendali, ma un più ampio progetto che permette una crescita più completa delle risorse interne. Uno studio di qualche anno fa rivela che oggi le aziende assistono sempre più al fenomeno dell’invecchiamento della propria forza lavoro. Secondo questo studio, nel 2030 circa 1/3 della forza lavoro sarà over 50. Il mentoring potrebbe essere la soluzione.
Affiancare giovani talenti a risorse dotate di esperienza pluriennale consolidata aiuta a favorire un indispensabile processo di knowledge sharing e di mirato e responsabile ricambio generazionale. Al contempo questo genera in entrambe le parti gratificazione, un maggior coinvolgimento e livelli di motivazione più elevati, favorendo la crescita del mentee, del mentor e dell’azienda.
“L’insegnante mediocre dice. Il buon insegnante spiega. L’insegnante superiore dimostra. Il grande insegnante ispira.” (William Arthur Ward)
Condividi
Acquista il film
“Arrivederci professore” (The Professor) è un film del 2018 scritto e diretto da Wayne Roberts, con protagonista Johnny Depp.
Acquista il libro
“A Ciascuno il suo Mentor – Manuale di Mentoring” di David Clutterbuck – Acquistalo su Macrolibrarsi.it