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Più avanti ti parlerò delle 7 stanze a cui fa cenno il boss di Sidney (Jeff Bridges), un bel modo di intendere il successo.
Sidney ha fondato una rivista di gossip controversa suscitando l’interesse della più conosciuta “Sharps” che lo vuole tra le fila dei suoi paparazzi. Una volta presentatosi al colloquio crede di avere il diritto di “pavoneggiarsi”:
“Credi di essere arrivato. Non è vero?”
Nel loro libro “Idee forti”, i fratelli Heath la chiamano “maledizione della conoscenza”. Più in generale possiamo definirla “presunzione”
Presunzione di conoscere come va il mondo
Presunzione di conoscere la risposta
Presunzione di avere sempre la verità in tasca
Ciò nonostante, la domanda che il capo legittimamente rivolge ad un collaboratore troppo pieno di sé (come recita la scritta sulla T-shirt 🙂 ), è la stessa che dovrebbe rivolgere a se stesso.
Quando un individuo viene colpito dalla “maledizione della conoscenza”, ciò rappresenta la fine del suo progresso. Le relazioni sono destinate a stagnare senza che nessuno delle parti possa avvalersi dell’enorme potenziale che l’esperienza (per i più anziani) e la motivazione (per i più giovani) sprigionano insieme.
Non è, dunque, una questione di età. Sebbene nel tempo la “vecchia classe dirigente”, aziendale, sociale o politica, abbia tradito la sua maggiore responsabilità, non è affatto raro trovare giovani presuntuosi, distruttivi e prevenuti. L’educazione del “tutto e subito” ha danneggiato un’intera generazione, così come l’attaccamento alle poltrone dei capelli bianchi.
Con l’età diventa sempre più difficile apprezzare le differenze; con la giovane età, invece, è difficile comprendere le ragioni di alcune scelte. Il buon senso suggerisce “apertura mentale” nell’uno e nell’altro caso.
Soprattutto per coloro che hanno in mente di avviare una nuova attività, la metafora utilizzata da Clayton Harding, Ceo della Sharps, rende bene l’idea:
“Mi dispiace deluderti, ma sei solo nella prima stanza, non è una cosa da niente, non fraintendermi, ma neanche un granché; credimi c’è un mucchio di gente in questa città che arriva alla prima stanza e non si muove da lì.
Tra un annetto, di più forse, tu troverai un passaggio segreto in fondo alla prima stanza che conduce alla seconda, e col tempo, se sei fortunato, troverai un altro passaggio che conduce alla terza; ci sono 7 stanze in tutto, una dietro l’altra. Tu sei nella prima, io nella settima”
Clayton è veramente nella settima stanza? Oppure ne esiste anche un’ottava, una nona e via dicendo? Io credo che alla crescita non c’è mai fine, se lo si vuole. Ho visto una signora di 70 anni fare l’esperienza della camminata sui carboni ardenti. Ho visto anche un bimbo di 5 anni alzare la mano in un corso sull’autostima per dire la sua. Cosa è mai l’età?
Io da quasi 20 anni affronto le sfide del mercato e mi colloco in un’ipotetica terza stanza. A metà strada tra l’inizio e la fine, rappresentata da traguardi che a mano a mano aggiorno proprio come le mappe di un navigatore.
Le stanze sono status che l’imprenditore (o il libero professionista) mira a conquistare a forza di sacrifici, scelte ed esperienze. A volte queste ultime sono dure e lasciano il segno, insegnandoci più di mille teorie.
Fare impresa in Italia è diventato difficile, per certi versi quasi impossibile.
E’ come se fossi sempre intrappolato nella stanza nonostante gli sforzi, mentre quel “passaggio segreto” è solo un miraggio. A volte le cose vanno un po’ meglio e ti illudi di averlo trovato. Altre volte non se ne vede neppure l’ombra.
Nella mia esperienza, il “passaggio segreto” di cui parla Clayton non l’ho raggiunto “facendo di più”, ma “facendo altro”. Il passaggio segreto si scopre grazie ad un “nuovo modo di vedere le cose”. Il varco ti appare davanti agli occhi quando “scopri” nuovi approcci alla questione.
Nel mio caso, il passaggio segreto si è rivelato quando ho immesso nella mia mente nuove informazioni, che hanno sostituito modi “obsoleti” di trattare il mio business. Grazie ad un atteggiamento di apertura e flessibilità, queste nuove informazioni sono diventate azioni, e successivamente risultati.
Come dice Joaquín Lorente, “La conoscenza è come un motore spento. Ciò che lo mette in moto è l’atteggiamento”. L’attitudine giusta non è la “presunzione”, bensì l’umiltà e la voglia di sperimentare.
https://www.ilcinemainsegna.it/video_tag/impresa
Qualsiasi sia la “stanza” in cui ti trovi, mi auguro che tu possa trovare il passaggio segreto al più presto, per la tua crescita e il tuo successo.
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Grazie per questi spunti di riflessione.
RispondiPer quanto mi è possibile cerco sempre di mettermi in discussione e questo mi ha ripagato in maniere diverse.
vi seguo sempre con interesse
Giuseppe