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Esistono decine di teorie sui meccanismi della motivazione. Quella più controversa trova fondamento in questo principio: le possibilità che un uomo cambi sono direttamente proporzionali al “dolore” che prova per la sua condizione attuale.
Più fa male, più hai chance di ribaltare la situazione.
Eppure, esclusi i casi più gravi (dove l’unica via d’uscita che l’individuo riesce a vedere, purtroppo, è un gesto estremo), ci sono tantissime persone che nonostante la frustrazione e lo scoramento, stagnano in una condizione di vittimismo e d’impotenza per anni.
Hanno toccato il fondo, ma continuano a scavare. Scatterà la molla?
Nella scena tratta dal film “Mosse vincenti”, Kyle, lottatore greco, spiega in maniera molto semplice l’origine della sua motivazione:
“Dunque io dico a me stesso che quello che mi sta sopra sta cercando di spingermi la testa sott’acqua per annegarmi, e se non voglio morire affogato devo fare qualunque …(..) cosa per riemergere”
Potrebbe essere soltanto spirito di sopravvivenza, ma che questo sprigioni “energia” assoluta va al di là di ogni ragionevole dubbio. Kyle acutizza la situazione al punto da immaginarsela senza via di ritorno, senza scampo; la sua creatività esplode e la sua forza si materializza. Come si dice, di necessità virtù!
Da sempre sappiamo che l’uomo è capace di sprigionare risorse inimmaginabili, ma possiamo scoprirle solo quando siamo in estremo pericolo, o lo è qualcuno che amiamo.
Simbolica è la storia di quella donna che, a seguito di un incidente, con il solo aiuto delle braccia sollevò l’automobile rovesciata per liberare il figlio dalle lamiere. Dov’era tutta quell’energia? E da dove ebbe origine? Da un posto chiamato “amore”, la fonte del tutto. Amore per se stessi e amore per gli altri.
Allora è utile immaginarsi in una condizione peggiore di quella che si vive? Pensare al peggio potrebbe essere una molla per il cambiamento?
Amplificare il “dolore” per ottenere una propulsione all’azione, potrebbe essere la tua strada per il cambiamento. Oppure potrebbe esserlo esattamente il contrario, ovvero immaginare il proprio obiettivo come un magnete di “piacere” ed essere simbolicamente attratto da esso. Entrambi le strategie sono efficaci: dolore e piacere.
Di solito quello che funziona di più è immaginare prima il peggio e “istantaneamente” il meglio. Tuttavia non basta farlo una volta, piuttosto è necessario ripetere questo processo infinite volte fin quando il cervello riconosce come unica opzione quella del miglioramento.
Una di queste tecniche è conosciuta in “programmazione neurolinguistica” con il nome di “swish pattern”, se studiata ed usata bene non lascia scampo al comportamento che vuoi cambiare. Io stesso l’ho utilizzata per smettere di fumare. Con un gesto sicuro e repentino gettai le sigarette e da 13 anni sono letteralmente rinato.
Quando sei alle strette devi fare “qualunque … cosa” per riemergere e riconquistare la fiducia. Nella scena, il coach resta a bocca aperta quando scopre la semplicità del metodo che Kyle utilizza per auto motivarsi. Ne nasce un suggerimento per tutti gli atleti:
“Quando sarete in difficoltà immaginate che qualcuno sta per finirvi” e troverete la forza di vincere. A volte questa è anche la mia strada per il cambiamento. A causa dei numerosi viaggi in treno, in aereo e auto ho sviluppato una postura compromettente per la mia colonna vertebrale. Negli ultimi anni, 3 discopatie mi hanno messo KO per ben 4 volte. Ciò nonostante non sono riuscito a trovare la motivazione giusta per praticare il “nuoto” regolarmente, unica terapia oltre l’intervento chirurgico. Insomma, non avevo sofferto abbastanza!
Poi all’improvviso è arrivata la motivazione: mia figlia. Il chirurgo mi guardò e mi disse: con i tuoi problemi alla schiena, quando compirà 1 anno, non potrai tenerla in braccio. Fu come se qualcuno stesse cercando di annegarmi, e capii che avrei dovuto fare “qualsiasi …cosa” per riemergere. Il risultato è che da più di 1 anno, regolarmente due giorni a settimana, praticare il nuoto è diventato come respirare. Una questione di vita o di morte.
La motivazione è così. Si confonde tra il dolore e il piacere. Con la mente non saprai mai qual è il confine, ma lo scoprirai all’improvviso con il cuore.
Che tu possa vedere il peggio con l’immaginazione, e il meglio con la realtà…
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Virginio
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Ciao,
Rispondiriflettevo sulla spinta che mi ha portato a lasciare il vecchio lavoro dipendente per far crescere la “fattoria” di famiglia.
La scossa è arrivata quando un mio collega mi ha comunicato di essere stato licenziato. Era da tempo che sognavo di mettermi in proprio, ma quando ho preso coscienza di essere a rischio ho trovato il coraggio di licenziarmi da solo e anticipare i tempi. Volevo portarti questa breve testimonianza. Grazie . Fiore
Sei da ammirare Fiore.
RispondiDavvero.
E’ stato un atto di coraggio il tuo, ma spesso è l’unica cosa che serve.
Grandeeeee
Grazie per la presentazione e per i commenti al film. Purtroppo non si riesce a visualizzarlo. (ed è gia da qualche settimana che non si riesce a vedere le scene..)
RispondiIn questo modo, se il problema non è solo mio ma anche di altri lettori, perché non trovate una soluzione che sia alla portata di tutti i PC attualmente in uso? Se continua cosi’, i possibili lettori si ridurranno… io per primo. Grazie. Saluti.
Ciao Alberto,
tra qualche minuto torneremo al vecchio player.
In precedenza ci è stato richiesto a furor di popolo di modificarlo per dare la possibilità a chi possiede IPad e IPhone di visualizzare i filmati.
RispondiStiamo trovando soluzioni integrative per tutte le tecnologie …ma nel frattempo torniamo a quella più fruibile. Quindi …buona visione