Scena sull’etica: Dietro la verità

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Di Virginio De Maio

jeffrey-wigandVi starete chiedendo chi sono questi signori sorridenti al fianco di Russell Crowe ed Al Pacino. Beh, la storia è intrigante e merita di essere raccontata.

Nel 1996 Jeffrey Wigand (alla destra di Russell Crowe) esce allo scoperto per denunciare delle pratiche scorrette da parte delle multinazionali del tabacco, cause di gravi problemi di salute.

Il 15 luglio del 2000 i giudici di Miami decidono per la condanna. Le Multinazionali pagheranno circa 154 miliardi di euro a titolo di risarcimento del danno.

Quei 4 lunghi anni rappresentano per Jeffrey una lenta discesa negli inferi, durante la quale subisce attacchi di ogni tipo, cade in rovina economica, la moglie lo lascia e perde la casa. Tutto per aver detto la verità, nient’altro che la verità. Dal momento della sua confessione il sistema si attiva per denigrarlo, infangarlo e costringerlo a fare marcia indietro. L’unico a restare al suo fianco sarà un coraggioso giornalista (nella foto, l’uomo alla sinistra di Al Pacino), anch’egli minacciato e allontanato più volte dalla sua redazione. Le pressioni delle multinazionali sulle testate giornalistiche e sulle emittenti televisive, scoraggiavano chiunque fosse coinvolto ad occuparsi della questione.

Perché, allora, la sentenza ha dato ragione a Wigand? Nel 1999 fu prodotto “Insider – Dietro la verità”, il film che racconta la vera storia di Jeffrey e di un intervista da lui concessa alla CBS, oggetto di manipolazioni e boicottaggi ai confini della realtà. Il giudice del procedimento ne vietò la visione ai giurati per evitare che venissero influenzati prima della sentenza. Ma almeno questa volta a vincere è stata la verità.

Il cinema ha voluto raccontare una storia vera per insegnare che il coraggio non è mai perso, che la disillusione delle persone corrette è una vera piaga dei nostri tempi; la storia di un uomo che ha avuto il coraggio di affrontare la solitudine che è derivata dalla sua scelta, piuttosto che accondiscendere una vita intera.

In questa sequenza di scene si distinguono alcuni momenti:

Quando Mike, persona integra fino ad allora, si schiera con il capo

Quando Mike, torna sui suoi passi, perché la persona integra è tormentata dalla propria coscienza e finisce sempre per fare le scelte giuste

Quando Wigand, il testimone coraggioso, osserva impotente la distruzione della propria vita

Quando, viceversa, osserva con orgoglio le figlie ascoltare la sua confessione in TV e capisce che sta influenzando la loro di vita, in nome dell’etica e della giustizia

Quando chiede a se stesso se lo rifarebbe e risponde Sì! E ne è valsa la pena; quale forza di carattere è necessaria per dire una cosa del genere?

E poi, diluita in tutto il filmato, la forza e la determinazione di Al Pacino, per opporsi al sistema e far emergere la verità. Commovente il momento in cui, abbracciando la moglie, l’unico punto fermo insieme ai suoi principi, ripensa al successo come una vittoria di Pirro. Qui la debolezza dell’uomo per bene viene fuori, una debolezza che diventa la sua stessa forza quando sceglie di licenziarsi ed andare via. Lowell Bergman, questo il nome del giornalista, non regge lo strappo di dignità dei suoi superiori e della società per cui lavora. Si licenzia, ma il sorriso d’intesa con l’amico Mike la dice lunga sulla libertà ritrovata, fuori dal sistema e al servizio di una missione più grande.

Questa volta non stiamo parlando di un film, ma di un fatto realmente accaduto e chissà quante storie di vita quotidiana meriterebbero di essere raccontate. Guardando il finale possiamo dedurre che la gente per bene prima o poi molla, logorata dalla corruzione, ma trova sempre il modo per contribuire, magari influenzando altre persone.

Ad un punto della scena, il giornalista dice a Wigand Tu sei importante per molte persone Jeffrey, pensa almeno a questo, devi pensare a loro. Hanno bisogno di eroi. Uomini come te non ce ne sono più, e lui risponde: Sì, anche uomini come te.

In un lampo il mio pensiero è andato a

Peppino Impastato (figlio di mafiosi, attivista contro la mafia e da essa ucciso – Il film che lo racconta è “I cento passi”)

Giancarlo Siani (giornalista ucciso dalla camorra – Il film che lo racconta è “Fortapàsc”)

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino (giudici uccisi per mano della mafia – raccontati dagli omonimi film)

Il mio pensiero è andato anche a tutte le persone normali che non sono morte, ma continuano a fare scelte coraggiose ogni giorno, sfidando l’incertezza ma con una fede incrollabile nei sani principi.

Grazie, siete i miei eroi.

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“…se caso mai non vi rivedessi…
  
buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”…
 

(The Truman Show)

Virginio

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Insider - Dietro la veritàInsider – Dietro la veritàUn film di Michael Mann con Al Pacino, Diane Venora, Russell Crowe – Titolo originale “The Insider”. USA, 1999

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1 commento

  • fiorello 9 anni fa

    Grande!!!!!!!
    un’analisi lucida di come funzionano le cose in Italia. Anche se poi tutto il mondo e’ palese ..il giornalismo in Italia e’ pagato e corrotto da mezzo secolo.
    grazie

    Rispondi

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