Scena sul dono per compiere miracoli: Il dono per compiere miracoli

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Di Lelio “Lele” Canavero

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Il Johns Hopkins Hospital accetta soltanto due candidature all’anno per l’internato in neurochirurgia. Quest’anno abbiamo 125 domande; quindi, perché dovremmo prendere lei?
Più o meno consapevolmente, e per svariate volte nel corso della vita, ci troviamo a scegliere o ad essere scelti. Sempre per svariate volte la scelta viene influenzata dal modo di agire e di comunicare; modi che, come molti di noi sanno bene, sono frutto del nostro modo di pensare.
Come dire che il modo di pensare condiziona il modo di scegliere.
Riflettici un attimo: la nostra vita è costellata di scelte. Scegliamo e ci facciamo scegliere, in famiglia, nelle amicizie, nello sport, sul lavoro… e ogni scelta decreta un nuovo percorso, differente da qualsiasi altro; per questo c’è chi per esempio… sceglie di non scegliere, per paura di operare la scelta sbagliata; come c’è chi recrimina per la scelta fatta; come c’è chi rende meravigliosa la sua vita con una scelta.

Insomma scegliere è vivere, vivere è scegliere. Così ho pensato di proporti uno “strumento” che può rivelarsi molto utile per influenzare positivamente le tue scelte, come quelle di altri.

La domanda con cui abbiamo cominciato è tratta dal film “Gifted Hands – Il dono”, film dedicato alla vita di uno dei più famosi neurochirurghi al mondo: Benjamin Carson.
Quando Virginio mi parlò de “Il Cinema Insegna” rimasi entusiasta, perché sono convinto che il cinema abbia molto da insegnare, da insegnarci. Può essere una storia fantastica come Avatar, o un film di animazione come Il Re Leone, oppure una storia vera, come quella del nostro neurochirurgo: la costante è che molti film contengono fior di contributi, che noi dobbiamo… scegliere di scoprire, e di fare nostri.
Benjamin ha talento, un dono innato, ma potrebbe sprecarlo, se solo la madre non lo avesse obbligato (insieme al fratello) a leggere in luogo del guardare la tv. Ecco, vedi? Personalmente è da tempo che suggerisco di ridurre il tempo che trascorriamo di fronte alla televisione, scegliendo (ops) programmi che in qualche modo possano migliorarci, motivarci, implementare le nostre conoscenze. Il che implica di lasciare “spenta” la tv spazzatura, e con essa i programmi capaci solo di irritarci o deprimerci.
Se un programma mi consente di crescere, agire meglio, “essere” migliore, ok. Diversamente meglio un buon libro… o un buon audioform, o un bel film (questo certo, puoi vederlo anche in tv :-).

Qual è l’insegnamento che ci offre questo film? Scopriamolo insieme, ripartendo dalla domanda:
Il Johns Hopkins Hospital accetta soltanto due candidature all’anno per l’internato in neurochirurgia. Quest’anno abbiamo 125 domande; quindi, perché dovremmo prendere lei?
La carriera di Benjamin prende forma quando viene selezionato, in mezzo a decine e decine di candidati il cui curriculum ha poco da invidiare a quello di Ben.
Ma la scelta passa per una risposta, istintiva, non preparata, e di questo scriverò fra poco; alla domanda di cui sopra Ben risponde come potrebbe farlo chiunque, così il selezionatore lo incalza con una seconda e poi con questa terza domanda:
Perché ha deciso di specializzarsi in questa disciplina?
Dopo un attimo di esitazione, apre il suo cuore:
Credo che tutti siamo capaci di compiere dei miracoli, con la nostra mente… che tutti noi possediamo doni e capacità straordinarie!
Il primo passo per fare qualsiasi cosa è credere di poterlo fare. Il primo passo per liberare il nostro talento è credere di possederlo. In qualità di talent coach continuo a ripetere che il vero problema non è il talento mancato, quanto il talento sprecato; e ancora una volta è questione di scegliere: quanto crederci, quanto “credersi”.
Scegliere. Scegliere come pensare, scegliere come agire, scegliere come comunicare.
Scegliere. Anche quando è difficile.
E qui sta la seconda lezione del grande Benjamin e di questo spezzone del film che ce lo racconta.

Le difficoltà sono il banco di prova delle nostre scelte. Già Seneca affermava che “La grandezza di un uomo si misura da come si comporta di fronte agli ostacoli”. E Ben ne incontra fin da subito, già per il colore della sua pelle, per le convenzioni, per i luoghi comuni.
Più avanti nel film, diventerà paladino di una delle lotte che può illuminare anche la tua vita: annientare le giustificazioni. Una mattina viene ammonito per essere arrivato in ritardo, e lui con un sorriso promette che non accadrà più. Non una parola da parte sua sul motivo del ritardo: nella notte sua moglie ha perso i loro due gemelli.
Non una scusa, non una replica. E col bene che gli voglio, Ben possiamo essere ognuno di noi, se solo ci impegniamo per scegliere, scegliere come vogliamo essere. Se solo allontaniamo le giustificazioni dal nostro modo di pensare, di agire, di scegliere.

Personalmente ritengo che occorra distinguere il momento delle scelte da quello – quelli successivi, in cui faremo i conti, nel bene o nel male, con gli effetti delle scelte fatte.
Anzitutto per scegliere bene occorre alimentare la qualità dei nostri pensieri. E’ grazie alla qualità dei suoi pensieri che Ben ha risposto alla domanda che lo ha fatto selezionare fra 125 candidati. Perciò il consiglio è di metterti nelle condizioni di poter prendere la migliore scelta possibile.
Dopodiché anche la migliore scelta “teorizzata” potrebbe rivelarsi un completo disastro. E qui tocca di nuovo a te, scegliere come comportarti, come rispondere, come reagire. Dubito che incontrerò persone che non hanno mai fatto scelte sbagliate nella loro vita, né che non siano mai state oggetto di scelte sbagliate di altri.
Forse è questa l’essenza della crescita: impegnarsi per prendere sempre la migliore scelta possibile, con la consapevolezza che se non dovesse andare come auspicato sapremo scegliere come rispondere!

E’ da questa convinzione che prendo spunto per proporti lo “strumento” che può rivelarsi molto utile per influenzare positivamente le tue scelte, come quelle di altri.
Quando parlo del rapporto col tempo invito le persone a “Imparare dal passato, vivere intensamente il presente e progettare il futuro”.
Posso contare centinaia di testimonianze a conforto di un fatto: più ci è chiaro il futuro che vogliamo realizzare e più ci riesce di operare le scelte migliori, o comunque di rispondere prontamente ove le nostre scelte non dovessero rivelarsi tali.
Ho scritto che “l’immaginazione è il primo passo verso la realizzazione”. E’ più facile realizzare ciò che hai già saputo immaginare. Ecco, è questo lo “strumento” che ti suggerisco per elevare la qualità delle tue scelte: immagina, come Ben, che ancora studente immaginava se stesso in grado di fare ogni cosa con le sue mani.

Più le nostre scelte riflettono ciò che vogliamo realizzare e più diventeremo il riflesso delle nostre scelte. E’ forse per questo che Ben ha ottenuto l’internato affermando:
Credo che tutti siamo capaci di compiere dei miracoli, con la nostra mente… che tutti noi possediamo doni e capacità straordinarie!
Ecco, è questo che ti invito ad immaginare; a prescindere da quale sia il tuo “dono”, il tuo talento, ti invito a scoprirlo, a credere in esso, ad immaginare dove vuoi che ti conduca.
Perché liberare il tuo talento è un meraviglioso modo per liberare te stesso-a!

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Gifted Hands - Il donoGifted Hands – Il dono Un film di David A. Rosemont con Cuba Gooding Jr.,Kimberly Elise, Aunjanue Ellis – Titolo originale “Gifted Hands: The Ben Carson Story”. USA, 2009

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5 commenti

  • Tiziana 9 anni fa

    Non ho visto il film ma penso che lo vedrò presto. Comunque, Benjamin credo che abbia avuto la fortuna di avere una famiglia che lo abbia sostenuto nelle scelte, quindi fattore famiglia non condizionante e probabilmente in successione, non avrà subito l’influenza degli amici.
    Sapete, quelli che cercano di persuaderti da ogni cambiamento, riflettendo su di te la loro paura di non farcerla e “l’abitudine” di sentirsi giudicati per questo.
    Infine, non si è lasciato condizionare dal fattore x, ossia fattori esterni oggettivamente interferenti…
    E’ stato questo insieme di elementi in positivo che gli ha permesso di trovare il suo “ELEMENTO” riconoscendolo come tale sin da giovane età.

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  • ele 9 anni fa

    tutti gli interventi che ho avuto occasione di leggere fino ad ora sono tutti a dir poco galvanizzanti. Peccato solo per un piccolo particolare: si presuppone che ognuno abbia chiaro in mente un qualche obiettivo. Ahimè non è sempre così

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  • Virginio De Maio 9 anni fa

    Ele può anche essere che il tuo obiettivo è non avere obiettivi.
    Mica è così semplice non averne. Anzi, forse è più dura.
    Le considerazioni possono essere tante, ma solitamente chi non ha obiettivi (ammesso che sia possibile), non se ne pone per non farsi male (non vuole faticare oppure ha paura della delusione)
    Altrimenti è così saggio da capire la differenza tra necessario e superfluo.
    Questa saggezza è il vero obiettivo al quale dovremmo tendere tutti. Ma è una vera conquista, anche quella.
    Non credi ?

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  • Pinuccia 6 anni fa

    Grazie Virginio sei veramente un grande! e forse non immagini neanche tutto il bene che stai facendo. Io sono poco brava ad esprimere cio’ che penso, ma sono convinta che basterebbero poche persone come te e il mondo sarebbe decisamente migliore. Grazie, grazie e grazie. Pinuccia

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  • Giulio Tarnai 3 anni fa

    Rita Tarnai, Mercedes Tarnai, Vincenzo Marra, Maurizio Carandente Perreca: questo è per voi

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