è una mina vagante chi sovverte schemi e ordini preconfezionati e precostituiti,
è una mina vagante chi gioca a carte scoperte,
è una mina vagante chi trova il coraggio di dire “io non ci sto!”
“Trent’anni ho buttato a nascondermi… me lo sono dovuto guadagnare sto’ pezzo di vita e non torno indietro per nessuno…”
Magistralmente Antonio (Alessandro Preziosi) trasmette il dolore e la rabbia contro un sistema, proprio il suo sistema familiare e sociale che sembra riconoscerlo ed amarlo nella misura in cui è disposto a negare sé stesso in quanto omosessuale. E la sua ribellione fa vibrare corde sopite di molti spettatori.
F. Ozpetek, in “Mine Vaganti”, illumina uno squarcio della realtà salentina: la città di Lecce può così assurgere ad emblema e simbolo di una realtà con cui, al di là dei confini territoriali, ci troviamo a fare in conti.
La diversità, in questo caso di genere, spaventa, addirittura terrorizza, abbiamo bisogno di soffocarla attraverso la violenza e la negazione o nella migliore delle ipotesi di allontanarla dal nostro quotidiano illudendoci che “certe disgrazie” possono capitare ad altri sventurati e non di certo a noi.
“E gli dovevano piacere le femmine come piacciono a me”, così tuona papà Vincenzo (Ennio Fantastichini) e riassume lo stereotipo che ci porta ad etichettare uomini e donne, ad educarli in maniera diversa sin da piccolissimi e ad attribuirgli valore in base a quanto sanno poi aderire a questo modello comune di virilità o di femminilità.
Ho voglia di provocarvi…
E’ meglio dire la verità o mentire??? Stiamo proteggendo chi amiamo o abbiamo solo paura di mostrarci per come siamo???
Quanto costa essere autenticamente se stessi??? Posso riconoscermi persona al di là di gusti o inclinazioni sessuali???
Ci gratifica forse realmente essere apprezzati e riconosciuti per la maschera che con fatica ogni giorno indossiamo ma che non ci corrisponde???
Probabilmente non esistono ricette preconfezionate per la felicità, possiamo e forse dobbiamo combattere per la nostra oasi di benessere, la vita corre, a volte molto più velocemente di noi e ci toglie spazio e tempo.
Iniziamo a fare un piccolo grande passo, guardiamoci allo specchio e facciamolo da angolature differenti, sorridiamoci e prendiamoci la responsabilità di ciò che pensiamo, vogliamo e sentiamo.
“Ecco quando penso alla vita di mia madre, quando penso a tante vite di persone che conosco, mi viene in mente proprio questa immagine – fuochi che implodono invece di salire in alto” (“Va’ dove ti porta il cuore”, S. Tamaro).
Noi possiamo salire in alto.
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Vi seguo sempre con molto piacere.
RispondiGrazie anche per questo ultimo articolo. Grazie soprattutto perché “quello che non si dice” riguarda molti aspetti delle nostre vite, non solo quello sessuale.
Alfio
Già, le mine vaganti….io sono una di quelle, non perché mi piacciono le donne ma perché sono UNA DONNA e sebbene nata, 60 anni orsono, e vissuta al nord UNA DONNA NON PUO’! Queste sono le parole che mi son sentita dire sin da piccola difronte alle mie richieste di fare una cosa, scegliere una scuola un lavoro ecc. Da piccola le ho sentite così tanto spesso che ho finito per credere di essere SBAGLIATA, ho fatto di tutto per farmi accettare e sentirmi amata ma a nulla è valso e con l’andare del tempo ho pure dimenticato chi ero e cosa veramente volessi… Sono diventata una semi ribelle…e solo ora a quasi 60 anni dopo l’ultimo periodo di grandi sofferenze ed insoddisfazione …. ho iniziato a capire dove sta IL PROBLEMA!!! MEGLIO TARDI CHE MAI!!!! 😉
RispondiDimenticavo di dire che da adulta, ad un certo punto, ho avuto il coraggio e la forza di esprimere ciò che sentivo e volevo sono stata giudicata e allontanata dai miei stessi famigliari, chiaramente!!!!
RispondiQuesta scena può farci riflettere sul tema della Libertà.
RispondiLibertà DA cosa? Libertà DI cosa? Libertà PER cosa?
Una metafora, la scena estratta magistralmente dal film MINE VAGANTI con il potente messaggio de IL CINEMA INSEGNA.
Libertà dai nostri schemi ricorrenti, dalle consuetudini, dagli “attaccamenti”. Libertà di Essere realmente ciò che siamo e non ciò che gli altri vorrebbero o pensiamo che vogliano da noi. Libertà, infine, per evolvere e costruire un mondo migliore, per essere finalmente uomini e donne LIBERI di costruire una nuova umanità.
Coraggio, tutto andrà bene!