Pensare a lungo termine : in affari è necessario

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L’anno 1976 ha prodotto due film con visioni degli affari mediatici molto diverse, una ottimista, una quasi spaventosamente cinica. Entrambi offrono preziose lezioni di business, che ora esamineremo.

“Tutti gli uomini del presidente” è un film basato sul bestseller di Bob Woodward e Carl Bernstein del Washington Post. In un momento storico in cui alla maggior parte delle notizie la gente non prestava attenzione perché poco interessata o perché completamente scettica, i due decidono di indagare e denunciare lo “Scandalo Watergate”.

“La metà del paese non ha mai sentito parlare del Watergate, non frega niente a nessuno”.

Nessuno a quel tempo avrebbe mai potuto concepire che una serie di indagini avrebbero potuto causare le dimissioni di un presidente degli stati Uniti, tanto più in seguito al reportage investigativo fatto dai due ostinati giovani giornalisti.

La parola “ostinati” è una delle più importanti quando si parla di business. “Tutti gli uomini del presidente” è una storia di indagine, e la chiave del successo sta proprio nella capacità di Woodward e Bernstein di rimanere saldamente focalizzati sul lavoro in questione. I loro superiori, soprattutto l’Editor esecutivo Ben Bradlee, diedero loro una stanza per lavorare e minimizzare le distrazioni. Grande esempio questo di come ogni leader dovrebbe responsabilizzare i propri dipendenti: esigere la massima concentrazione, fare in modo che ciò sia possibile, pretendere risultati.

Inoltre “Tutti gli uomini del presidente” offre spunti di riflessione anche in merito all’argomento gestione del personale. All’inizio del film, Woodward e Bernstein si conoscono appena e di sicuro non si piacciono; Bernstein è turbato per aver scoperto che Woodward, un ex ufficiale di marina, è in realtà un repubblicano. I due hanno modi di lavorare molto diversi, Bernstein ha il telento per la scrittura e Woodward è il più forte dei reporter. Tuttavia si completano a vicenda. Il lavoro è davvero più efficace in quanto realizzato da due personalità uniche con differenti prospettive. Tanto che Bradlee, quando ha bisogno di convocarli, come nella scena sopra riportata, lo fa col diminutivo “Woodstein”.

Questo film ci ricorda che negli affari, come nel giornalismo, a volte fallire è uno step necessario sul cammino per un risultato più grande. A un certo punto dell’investigazione, Woodward e Bernstein commettono un passo falso. Quello sbaglio li espone all’attacco da parte della casa bianca. Non è questo un motivo per mollare, anzi raddoppiano gli sforzi, continuano a lavorare sulla storia, e alla fine fanno in modo che avvengano le udienze Watergate, portando alle dimissioni di Nixon dall’incarico. Dalla loro parte hanno il loro capo:

“Sosteniamo i nostri reporter”.

Ribadiamo le lezioni di business che possiamo trarre da “Tutti gli uomini del presidente”:

  • Rimani concentrato
  • Dai ai dipendenti modo di svolgere tranquillamente e al meglio il loro lavoro
  • Costruisci un team forte mettendo insieme personalità diverse che si completino a vicenda
  • Ricorda che il fallimento forgia il carattere e dà più sapore alle conquiste.

“Tutti gli uomini del presidente” racconta una delle più grandi storie giornalistiche di successo. Al contrario, “Quinto potere” è una feroce satira sul giornalismo. Il film ipotizza un mondo in cui il fine più importante delle news televisive sono agli ascolti più che l’intento di perseguire l’accuratezza e realizzare un giornalismo “perbene”. Proprio così. Questo potrebbe essere uno dei più grandi film predittivi mai realizzati. Sembra così azzeccato che, a guardarlo oggi, sapendo che è stato realizzato più di trent’anni fa, ci si meraviglia della chiaroveggenza del regista.

 

Howard Beale, un conduttore di telegiornale, licenziato per gli ascolti bassi, reagisce alla notizia del suo licenziamento vaneggiando e annunciando in diretta di voler suicidarsi. Questo fa salire gli ascolti alle stelle. Di questo approfitta la nuova direttrice Diana Christensen, donna fredda e manipolatrice, il cui interesse principale è il successo e il denaro che può trarre dalla vicenda, poco importa che per farlo bisogna servirsi della labilità e della insanità mentale di un uomo. Non bisogna lasciarsi scappare per nulla al mondo questo “colpo di fortuna”. Nella scena sopra riportata, il nuovo Savonarola”, come definito dalla direttrice, esorta i suoi spettatori a spalancare le finestre e gridare:

“Sono incazzato nero e tutto questo non lo accetterò più”.

Più diventa pazzo, più la rete lo ama. Più gli ascolti salgono, più il sogno di Diana si realizza.

La fine è tragica e inevitabile ogni volta che gli eventi vengono messi in moto da gente che non ha alcuna bussola etica. Il successo, si sa, dà alla testa. Lo stesso Max Schumacher, amico di Howard, che nella scena della sua ultima diretta appare visibilmente triste e preoccupato, si lascia “risucchiare” dal vortice del successo effimero. Affascinato da Diana, dalla sua forza e da ciò che riesce a raggiungere con la sua determinazione, decide di lasciare tutto per lei. Quando finalmente riapre gli occhi e riesce a vedere la realtà per quella che realmente è, è emblematico il suo discorso finale:

“Se resto con te verrò distrutto, come Howard Beale è stato distrutto, come tutto quello che tu e l’istituzione della televisione toccate viene distrutto”.

D’effetto è la frase con cui descrive la donna e fa un parallelismo con la realtà della televisione:

“Tu sei la televisione incarnata, Diana, indifferente alla sofferenza, insensibile alla gioia, tutta la vita si riduce a un cumulo informe di banalità …”

Guardare “Quinto potere” dall’inizio alla fine può farci capire che la maggior parte delle persone al potere prende la decisione sbagliata perché focalizzata su risultati facili e a breve termine piuttosto che su una prospettiva solida che guardi al futuro. A tutti piace pensare che la propria azienda possa avere una visione a più lungo termine piuttosto che piegarsi sotto la pressione dei profitti a breve termine. Ciò richiede investimenti e sacrifici. Dare ai dipendenti la possibilità di lavorare con costanza, giorno dopo giorno, come  Woodward e Bernstein in “Tutti gli uomini del presidente”, assicura un risultato che farà storia. Prendere decisioni soltanto sulla base del riscontro immediato e nel breve termine, come in “Quinto potere”, distrugge, inevitabilmente.

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Pensare a lungo termine: in affari è necessario

“Tutti gli uomini del presidente”(All the President’s Men)è un film del 1976 diretto da Alan J. Pakula. È ispirato al libro omonimo di Bob Woodward e Carl Bernstein, e ripercorre le vicende che hanno portato alle dimissioni del presidente degli Stati Uniti, Richard Nixon. La pellicola ha vinto quattro Premi Oscar.

 

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