Quando penso ai film sul blogging, me ne vengono in mente due. Il primo è “Il quinto potere” che racconta la storia vera di Julian Assange, fondatore di Wikileaks e protagonista dello scandalo più grande del nostro secolo. Il secondo è “Julie & Julia”, una storia romantica sulla passione per la cucina e la voglia di emergere.
In entrambi i casi, è possibile comprendere il grandissimo potere che ci è dato dal possedere un “blog”, una forma di democrazia che ancora poche persone stanno sfruttando. Tralasciando gli episodi legati ad Assange per evitare di cadere nelle dinamiche complottistiche di cui poco sono a conoscenza, voglio soffermarmi sulla passione che emerge da “Julie & Julia”, una passione che diventa vita e che diventa business.
Se sei un blogger, sai che non è tutto oro quel che luccica.
Se non lo sei, ma vorresti diventarlo, sappi che come tutte le grandi cose c’è bisogno di grande impegno, ma il risultato è garantito.
La libertà di un blog consiste nel poter raccontare qualsiasi cosa tu voglia, possedendo il tuo canale multimediale, anziché sottostare alle regole altrui. Ma un “blog” non è come bere una premuta d’arancia tutte le mattine, non fa bene a prescindere. Potrebbe rivelarsi una grandissima perdita di tempo e di risorse. Nella mia esperienza di formatore e blogger (scrivo su questo portale dal 2010), sono tantissime le persone che “iniziano”, ma pochi continuano. Perché? Esatto!
Per lo stesso motivo per cui hai smesso di fare la dieta. Sì! Certo! E’ lo stesso motivo per cui hai smesso di andare in palestra, e lo stesso per cui hai ricominciato a fumare.
Quello che non mi spiego è come mai, pur essendo una grande forma di libertà e opportunità di business, la maggior parte dei blog non decolla?
Avevo voglia di confrontarmi con un esperto che di blog ne ha lanciati diversi, e lui per tutta risposta mi ha inviato il suo libro. Si tratta di “Blog per l’anima – Web marketing e personal branding facile partendo da te stesso” di Ruggero Lecce, amico ma soprattutto un vero professionista.
La sua opera è la risposta alla domanda:
“Come fa Julie con un semplice blog sulla cucina a passare dall’anonimato al successo,tanto da essere richiesta da tutti i media nazionali?” E’ partita dall’anima. Da quella parte di noi che è fatta di passioni, talenti e unicità e che spinge per essere in armonia con la nostra vita personale.
Un blog non si scrive per dire qualcosa, ma se hai davvero qualcosa da dire la scrivi sul blog, è un’espressione di se stessi, di ciò che ci rappresenta e ci guida verso obiettivi ecologici. Partire con questa prospettiva rende il viaggio entusiasmante, esattamente quello che ci vuole per superare le difficoltà quando arriveranno, perché arriveranno stanne certo. Ecco perché i blogger si fermano. E il maestro disse “così online come offline”, la disciplina è una sfida universale.
Il webmarketing è un mare dal potenziale enorme, ma chi pensa di tuffarsi senza saper nuotare si sbaglia di grosso. Nessuno può dare bracciate al posto tuo ed è per questo che il libro di Ruggero mi è piaciuto. Semplice ma completo per comprendere e sfruttare le potenzialità del web, senza annegare nella complessità. La complessità uccide la voglia.
Nella scena Julie ci pensa. Potrebbe scrivere sul posto in cui vive!? No, meglio di no. Forse sul suo lavoro? Men che meno. Infine guarda nella sua anima, e ci trova un racconto d’amore. Il suo cuore batte per la cucina, come da piccola e da piccoli avevamo tante cose da dire.
Se qualcuno sa come lanciare e far prosperare un business senza anima, si faccia avanti per svelare i suoi segreti, ma comunque interesserebbero a pochi.
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“…se caso mai non vi rivedessi…
buon pomeriggio, buona sera e buona notte!”…
(The Truman Show)
Virginio
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