Uno dei problemi principali nelle aziende è il disallineamento a livello dirigenziale, tra i responsabili che, non promuovendo e coltivando una cultura aziendale chiara e condivisa, agiscono in direzioni opposte.
È quello che sta accadendo ai protagonisti di questa scena, manager e leader di una società, alle prese con la gestione e la formazione di un gruppo di nuovi stagisti.
Il primo gli sta suggerendo di “lavorare con intelligenza”, che non vuol dire solo “passare tutto il giorno davanti allo schermo di un computer”. Per allenarsi a battere la concorrenza e imparare a non avere “tutti le stesse idee”, gli consiglia “di uscire ogni tanto”, perché “anche quello fa parte del lavoro”.
“Andate al cinema, a una mostra, incontrate gente, cercate l’ispirazione fuori!”
Se gli stagisti sembrano entusiasti, non è dello stesso parere il capo che, appena entrato in ufficio, non esita a mostrare il suo disappunto. Non solo contraddice e sminuisce il manager agli occhi dei ragazzi (“E tu gli parli così?”) ma, mettendo in atto una strategia di comunicazione completamente diversa: esige, con rigidità, i risultati del loro lavoro immediatamente. Un esempio chiaro di disallineamento piramidale.
“Voglio le relazioni domani alle dieci sulla mia scrivania, andrete a perdere tempo al parco più tardi!”
Ispirazione Vs il perdere tempo. L’uno sposta il proprio focus sulle relazioni, l’assertività, imposta la propria “strategia di competitività” sulla creatività e l’ispirazione; l’altro è focalizzato sugli obiettivi e individua il raggiungimento di risultati immediati come leva del successo.
Non che uno dei due abbia ragione e l’altro torto. Il vero problema che questa scena, tratta dal film “Budapest”, mette bene in luce non è la tipologia di strategia in sé, quanto il disallineamento tra le due linee di management. Remare in direzioni opposte è controproducente e porta a galla una criticità di fondo.
Né il leader né il manager hanno chiara la cultura a fondamento della propria azienda. Non conoscendola e condividendola in prima persona, non possono trasmetterla agli stagisti, il futuro dell’organizzazione. Nessuno dei due, dunque, sta contribuendo all’integrità e al successo dell’azienda.
L’analisi Global Human Capital Trends del 2016,condotta da Deloitte, rivela che l’82% dei manager intervistati riconosce nella promozione e nel perseguimento della cultura aziendale il vero vantaggio competitivo.
Determinante per il successo o il fallimento di un’impresa, caposaldo ed elemento di forza durante i periodi di cambiamento e innovazione, la cultura aziendale stabilisce la direzione di ogni organizzazione, e ne definisce gli obiettivi a lungo termine.
Peter Drucker, noto economista e saggista, scrisse: “La cultura mangia la strategia per colazione”.
La cultura aziendale è il terreno che dà nutrimento ad ogni strategia: ne determina le modalità di esecuzione, i valori e i comportamenti, le scelte e le azioni utili per una gestione virtuosa, allineata e fruttuosa. Se non condivisa e implementata, viene meno il collante tra la direzione e a tutti i livelli dell’organizzazione.
Allineamento tra cultura e strategia per un allineamento organizzativo tra i vertici aziendali, per una realtà vincente e salda nel lungo periodo.
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“Budapest” è una commedia francese del 2018 diretta da Xavier Gens, con Manu Payet.
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