Scena sulla positività: be pro-positive!

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In questa scena tratta dal film “Harry Potter e il principe mezzosangue”, il sesto della saga, vediamo un Ron Weasley in preda al panico, perché in procinto di giocare la sua prima partita di Quidditch come portiere di Grifondoro. Tra i compagni c’è chi fa battutine, chi ha delle aspettative sulla sua performance, chi ha scommesso su di lui, chi gli punta gli occhi addosso, e questo non lo aiuta. Il nervosismo sembra paralizzarlo:

“Io mi ritiro, dopo la partita di oggi McLaggen può avere il mio posto”

“Fà come vuoi, succo …”.

Finché, grazie allo sguardo attento di Luna Lovegood (“Che brutta faccia Ron! Per questo gli hai messo qualcosa nel bicchiere? È un tonico?”),  Ron scopre che Harry ha furtivamente “corretto” il suo succo con un pizzico di “fortuna liquida”, una pozione magica che porta fortuna a chiunque la prenda.

 “Fortuna liquida?! Non berlo Ron!”.

Hermione, arrabbiata, cerca di distoglierlo. Impossibile, la sola parola “fortuna” sembra aver restituito al timoroso Ron coraggio e determinazione.

“Andiamo Harry, dobbiamo vincere una partita”.

Immediatamente diventa pieno di sicurezza e, tra gli applausi e le incitazioni del pubblico, regala ai suoi fan una magnifica performance. Credendo che nessuno possa rovinare la sua buona sorte, realizza una serie di parate che porteranno Grifondoro alla vittoria. Eroe indiscusso della partita e protagonista della festa, Ron si gode appieno il suo momento di gloria.

Forse avrebbe gioito ancora di più se avesse saputo che il successo è stato tutto merito suo, Harry non ha affatto corretto il suo succo.

“Non avresti dovuto farlo!”.

Lo rimprovera Hermione e, quando Harry le mostra la boccettina ancora piena,

“Non ce l’hai messa … Ron lo ha solo creduto!”.

In medicina si chiama “effetto placebo”, ovvero il miglioramento delle condizioni di un paziente, indotto dalle sue stesse aspettative positive, dopo somministrazione di sostanze prive di principi attivi specifici. Da recenti studi sembra che l’effetto placebo sia spesso più potente dell’effetto farmacologico in sé e che la sola idea di assumere una sostanza con potere curativo abbia di per sé un potere curativo. Da un punto di vista biologico, è in realtà la stessa attesa di un miglioramento che causa il rilascio nell’organismo di sostanze con potere “curativo”, come le endorfine, che sono antidolorifiche, o l’adrenalina, che aiuta a gestire gli stress. Sembra proprio il caso di Ron.

Chiunque si sia, almeno una volta, preparato per una partita importante o per una presentazione, conosce la differenza che la sicurezza e la fiducia in se stessi possono fare per la riuscita della performance. Quando credi che ci sarà un grande risultato, la performance risulterà naturalmente facile. Ma, quando la tua mente è bloccata a pensare cosa potrebbe andare male, diventa molto più difficile. In tal caso potremmo aver bisogno anche noi di qualcuno che, come Harry, ci versi un po’ di “fortuna liquida”, o che almeno ci faccia credere di averlo fatto …

La fiducia è una delle ragioni per cui alcune squadre, nel football ad esempio, collezionano una serie di vittorie ripetute e per un certo periodo di tempo sembrano invincibili. Basta però perdere una partita per  interrompere la “catena delle vincite” e ad iniziare a collezionare sconfitte. Cos’è cambiato? È proprio la sensazione di sicurezza. Una volta “abbassatosi” il livello di fiducia in se stessi, non si è più pronti ad aspettarsi un risultato positivo.

Certo, oggi non è semplice riuscire a guardarsi intorno indossando gli occhiali della positività. Le cattive notizie, la paura del negativo ci impediscono di vedere le opportunità positive intorno a noi, impattando sui nostri livelli di felicità.

Sviluppare un approccio positivo e proattivo, anche nei confronti del proprio lavoro e nei rapporti con i dipendenti e i collaboratori, nonostante gli ostacoli e le difficoltà, aiuta a costruire ambienti lavorativi sereni. Le aziende che decidono di investire sul benessere aziendale e di fondare la propria attività su relazioni umane e interazioni positive, sono quelle che nel lungo periodo avranno più successo.

La buona notizia, che viene dalla scienza e da alcuni esperimenti di Martin Seligman, considerato “il padre della psicologia positiva”, è che noi possiamo rieducare il cervello a focalizzarsi sul positivo. Ma, come qualunque cosa utile e che abbia effetti positivi, richiede pratica. Seligman raccomanda una semplice tecnica da eseguire tutti i giorni per iniziare a riprogrammare il proprio cervello: alla fine di ogni giornata occorre annotare “tre cose buone” che ci sono accadute.

Questo aiuterebbe a rieducare il cervello, col tempo, a focalizzarsi di più sul positivo e a coltivare un sentimento di gratitudine, uno dei più potenti stimolatori e “potenziatori” di felicità. A sostegno della sua efficacia c’è un’impressionante evidenza sperimentale. Ma c’è anche chi dice di riuscire a raggiungere una visione positiva della vita grazie all’ascolto della musica, alla pratica della meditazione o ad una semplice passeggiata quotidiana.

E tu, hai già trovato il tuo personale rituale di positività?

Be positive!

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Scena sulla positività tratta dal film "Harry Potter e il principe mezzosangue"“Harry Potter e il principe mezzosangue” (Harry Potter and the Half-Blood Prince) è un film del 2009 diretto da David Yates, trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di J. K. Rowling, sesto volume della saga di Harry Potter.

 

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