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Quando starà per finire, tutto avrà un senso. La forza della vera saggezza sarà comprendere che tutti siamo uniti dalla luce, come Jessica nel film “Storia d’Inverno”, forse lo capiremo solo quando i nostri affanni e le nostre preoccupazioni svaniranno davanti alla morte.
Lei, gravemente ammalata, non ha più nulla che la preoccupi:
“La febbre fa diventare tutto più bello, anche adesso vedo i raggi del sole invernale che vorticano nella stanza e che formano dardi argentati, raggi lucenti e stelle dorate, riflettendosi su questi vetri ottici e sulle vetrate di ognuna delle finestre, illuminando ciascuno di noi. Più peggiora la malattia, più vedo chiaramente che ogni cosa è collegata dalla luce”.
Cosa è la malattia? Nel film, quella che affligge Jessica è la “consunzione”, una specie di degenerazione irreversibile degli organi.
Metaforicamente nella nostra vita la malattia potrebbe avere un’accezione positiva: la malattia è un modo diverso di vedere le cose, rompe la consuetudine, la routine e ci costringe a valorizzare l’essenziale e a rivedere le priorità.
Diceva Seneca: Ci lamentiamo sempre che i nostri giorni sono pochi, ed agiamo come se non ci fosse mai fine ad essi.
La “consapevolezza di sé” è profondamente influenzata da ciò che ci circonda, e giorno dopo giorno costruiamo la nostra “consuetudine”. Ma chi siamo veramente? Di cosa siamo fatti? Perché l’universo ci ha dotati di una coscienza a differenza degli altri esseri viventi? La fisica quantistica sta cercando di dare risposte in maniera scientifica, le diverse religioni si appellano alla fede, ma una cosa è certa: “ogni cosa è collegata dalla luce”.
Ci sono dei momenti in cui il tempo sembra sospeso e tutto appare più chiaro:
- quando guardi i tuoi figli
- quando aiuti un amico e gioisci per lui
- quando tolleri un errore
- quando scegli la solitudine
- quando rendi grazie
Forse sono solo momenti che non durano molto, istanti di “malattia” che ti aprono gli occhi e illuminano ciò che è eterno ed è sempre stato: l’amore per la vita, per te stesso e per gli altri. Ora è difficile capirlo, siamo ancora troppo “sani”, ci attacchiamo alle cose e alle idee, come se non esistesse altra “interpretazione” all’infuori di noi.
Ogni volta che cado in questa “presunzione”, ascolto la canzone del maestro Guccini “Stelle” che sul finale recita così:
(Le stelle) C’ erano ancora prima del respiro, ci saranno alla nostra dipartita,
forse fanno ballare appesa a un filo la nostra vita
e in tutto quel chiarore sterminato, dove ogni lontananza si disperde,
guardando quel silenzio smisurato l’uomo… si perde…
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Sempre modi diversi per farci riflettere. I misteri della vita sono infiniti e guai a smettere di “chiedersi”
RispondiI vostri articoli sono un altro modo per aprire la mente e guardare ciò che mi accade in maniera distaccata .
Grazie ,
Andrea
Grazie a te Andrea.
Rispondisiamo contenti di poter contribuire a questo tipo di risveglio. Partiamo tutti da una condizione di nostra consapevolezza …che poi diventa inconsapevolezza, dal momento che non sappiamo cosa c’è oltre i nostri consueti modi di vedere la realtà.
Alla prossima
wowwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwwww ^_^
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